lunedì 19 gennaio 2015

A PROPOSITO DI LIBERTA' DI ESPRESSIONE





Quante storie! Quante parole, in questi tristi giorni, sulla capacità dell'occidente di essere libero di esprimere le sue opinioni mentre "gli altri" vorrebbero zittirci, annichilirci con il loro asservimento ad una realtà fatta di sopraffazione e precetti di medievale memoria.
Peccato che siano parole, parole, parole... come cantava Mina con Alberto Lupo!

Non intendo difendere chi uccide per lo sberleffo in una vignetta, soprattutto non intendo entrare nel merito della questione terrorismo e della scabrosa vicenda di Charlie Hebdo, sulla quale tanto ci sarebbe da dire, ragionare, argomentare.
La mia considerazione si riferisce solo alla presunta e tanto sbandierata supremazia europea, per cui il diritto di parola è salvaguardato e difeso senza se e senza ma. 
Semplicemente, non è vero, almeno non in Italia. 
Alle già evidenti censure operate dalla stampa nazionale e dai media, alle reticenze quando non menzogne propinate da molta classe politica agli italiani, si aggiungono episodi eclatanti come quello della denuncia per istigazione a delinquere allo scrittore e pensatore (specie rara!) Erri de Luca. De Luca, da persona intelligente, coerente e libera, asserisce di essere responsabile di aver pronunciato parole contrarie alla TAV, ma rifiuta di discolparsi, appellandosi invece all'art. 21 della Costituzione Italiana che esordisce così:   



"Tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione."


Fantastico. Bisognerebbe stampare l'epitaffio a lettere d'oro nella pubblica piazza, così, giusto per rimembranza...


Intanto Erri de Luca, attraverso un piccolo pamphlet dal titolo "la parola Contraria", rispedisce al mittente l'accusa di sabotaggio, affermando che è lui a subire il sabotaggio della sua libertà di espressione, e nello specifico di usare la parola "sabotaggio" secondo i poliedrici significati che il vocabolario italiano attribuisce al termine. Soprattutto, è impedito nell'esercizio dell'utilizzo della "parola contraria", dell'opinione avversa allo status quo e ai potentati economico/politici, che gestiscono la vita delle genti e delle terre senza alcuna reale dialettica etica.    

Questa piccola vicenda, emblematica, ci ricorda che esistono varie forme di autocrazia e che non è tutto oro quello che luccica. Le azioni eclatanti - come le limitazioni di libertà di alcuni regimi, paesi, correnti di pensiero religiose e non - in quanto tali, scuotono le coscienze e fanno gridare, giustamente, all'orrore. Hanno un unico pregio: sono sincere, si mostrano per quello che sono, da esse si possono prendere le distanze. Così non è, quando il regime si ammanta di falsa democrazia, riducendo la stessa ad un guscio vuoto, nel quale l'uomo si perde, smarrito, alla ricerca di una verità nascosta da mille specchi.  


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